Di coloro che amiamo dovremmo ascoltare il cuore. Non i sentimenti e le emozioni, non le ragioni. I battiti. Dovremmo avvicinare l’orecchio al petto e ascoltare nel silenzio il lento e regolare scandire della vita. Senza ragionamenti, senza pensieri. Dovremmo farlo al primo incontro o appuntamento. Scusa, posso? Posare il capo sulla schiena, per non spaventare e spaventarci, e stare a sentire. Entrare così in comunione, in confidenza. Conoscerci per ciò che siamo. Prima di raccontarsi, di spiegare, di inventare, reciprocamente lasciar parlare il ritmo del nostro cuore. Ci tiene in vita, non gli prestiamo quasi mai attenzione. Eppure dice, attimo per attimo, riconducendoci a tutto ciò che conta.
Cuore a cuore le parole si fanno superflue, si annullano le distanze, si placano discordanze. Si fa pace. Ci si vuol bene. Ci si ama.